domenica 26 novembre 2006

...Grazie...



In quel momento apparve la volpe. "Buon giorno", disse la volpe. "Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…." "Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…" "Sono la volpe", disse la volpe. " Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata". "Ah! scusa ", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire addomesticare?" "Non sei di queste parti, tu", disse la volpe "che cosa cerchi?" "Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire addomesticare?" " Gli uomini" disse la volpe "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!E' il loro solo interesse.Allevano anche delle galline E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?" "No", disse il piccolo principe."Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?" "E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…" " Creare dei legami?" " Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo." "Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…" "E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…" "Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe. La volpe sembrò perplessa: "Su un altro pianeta?" "Sì" "Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?" "No" "Questo mi interessa! E delle galline?" "No" "Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea: "La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita, sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato.Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…" La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: "Per favore …..addomesticami", disse. "Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però.Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose". "Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe."gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" "Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…." Il piccolo principe ritornò l'indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti". "Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe. "Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E'quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza". Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "…Piangerò" "La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…" "E' vero", disse la volpe. "Ma piangerai!" disse il piccolo principe. "E' certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni?" "Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano". Soggiunse: "Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo". "Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto". Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse. "Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo". E le rose erano a disagio. "Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere.Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe. "Addio", disse. "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". "L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo. "Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…" "Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

da "Il piccolo principe"

domenica 19 novembre 2006

nuovi germogli di stupidità umana

La notizia è di qualche giorno fa, in rete, categoria "video divertenti", è stato trovato un video girato in un istituto professionale di Torino che mostra 4 studenti mentre aggrediscono e percuotono un ragazzo di 17 anni affetto da una particolare forma di autismo.
Il video è stato diffuso da una studentessa che, ehm...onore al merito , è stata protagonista dell'aggressione! Come detto il video mostra questa aggressione:una decina di ragazzi stanno a guardare mentre vengono sferrati pugni e calci al disabile, il quale resta fermo in angolo e tentando una debole reazione perde anche gli occhiali , parte poi (eh si le cose vanno fatte per bene, con coordinazione eh!) un lancio di oggetti... Il tutto avviene sotto gli occhi dell'intera classe che guarda la scena schiamazzando...
Bene: i ragazzi sono stati identificati, sospesi per l'intero anno scolastico sono stati anche ascoltati dai pubblici ministeri davanti ai quali si sono esibiti in lacrime e mille scuse... si mostrano sconcertati... arrivano a dichiarare che "...non è nata come una cattiveria..."
Eh già questa non è di certo una cattiveria, perché purtroppo anche la cattiveria richiede una certa dose di neuroni e qui è palese come ne siano tutti privi...
Ma alla fine in fondo forse non è colpa loro, povere anime ingenue e burlone... vuoi vedere che è colpa dei genitori e della loro pigrizia? Eh già se solo quelle sere avessero girato un pò di più per trovare una farmacia aperta, forse ora sarei qui a parlarvi dei mille modi per cucinare le patate...

martedì 14 novembre 2006

teneri batuffoli esasperati


Benvenuti nel meraviglioso mondo dei coniglietti suicidi!
In effetti il libro non è nuovissimo, sicuramente molti di voi hanno già avuto modo di comprarlo o anche solo di dargli un'occhiata... beh se sapete di cosa sto parlando avrete già riso alle fantastiche trovate di questi fantasiosi animaletti decisi e determinati... a farla finita!!
Una serie di vignette mostrano questi simpaticissimi coniglietti che mantenendo sempre un'espressione impassibile cercano nei modi più disparati e ingegnosi il suicidio perfetto...
L'effetto è decisamente esilarante, dal coniglietto che incollato all'esterno di sottomarino ne attende l'immersione a quelli che tranquillamente prendono il sole davanti all'arca di Noè mentre tutti gli altri si accalcano per salirvi... e che dire del mitico coniglietto che attende paziente su di uno sgabello posto davanti al "mondo dei coltelli" l'apertura del negozio di fronte... cosa c'è di strano? nulla...! se non fosse che l'esercizio in questione è "la casa della calamita"!!
Vale davvero la pena, ve ne innamorerete... peccato che durerà poco! neanche voi riuscirete a distoglierli dal loro intento!!! :)



martedì 7 novembre 2006

Giorgio Bocca ... di rosa

"...Napoli è una città decomposta..." , "...I leghisti dicevano forza Etna, forza Vesuvio..." : dichiarazioni interessanti vero? Eh già, queste sono solo alcune delle argute riflessioni del sig. Giorgio Bocca su Napoli...
Credete si sia fermato qui? Eh no siete in errore... l'intervista è continuata con una magnifica distinzione tra popolo (dotato comunque di intelligenza) e plebe ("roba che vive di magie, stato di povertà e di ignoranza") ... bene sappiate che la cittadinanza partenopea appartiene a quest'ultima categoria, ma d'altronde cosa potete aspettarvi da chi " organizza ogni tanto processioni con Maradona"!!?? -.- (eh ma insomma neanche un accenno a pizza e mandolino?? dove andremo a finire??!)
Eh grazie caro Bocca il tuo spaccato napoletano è veramente degno di nota, un sunto dello scibile umano...(o forse solo un delirio ottuagenario...mah!).
Ora non voglio neanche ribadire che ovviamente è auspicabile un cambiamento di mentalità in seno alla popolazione partenopea, un prendere coscienza che il miglioramento deve partire da ogni singolo componente della società, che non bisogna aspettar sempre un aiuto dall'alto, Napoli è una città che merita o meglio che deve imparare a meritare nella giusta maniera.
Perchè ricordate: nascere a Napoli NON è una sfortuna! nascere Giorgio Bocca SI...